Scritture per la scena: Cerlino, Cotugno e Lanzetta alla Federico II

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Nell'ambito delle manifestazioni "In cattedra" di Napoli Teatro Festival Italia 2015, il Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia ha promosso il seminario "Scritture per la scena. Fortunato Cerlino, Marcello Cotugno e Peppe Lanzetta alla Federico II", che si terrà martedì 26 maggio, alle ore 15.15, nell'aula Pessina dell'Ateneo Federiciano (Sede centrale, Corso Umberto I, 40). I lavori,  aperti da Gaetano Manfredi (Rettore dell'Università di Napoli federico II), Arturo De Vivo (Prorettore) e da Edoardo Massimilla (Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici), saranno coordinati da Pasquale Sabbatino. I docenti del Master – Patricia Bianchi (esperta di lingua e dialetti in scena), Francesco de Cristofaro (studioso delle letterature teatrali in Europa) e Giuseppina Scognamiglio (esperta di letteratura teatrale italiana) – dialogheranno con Fortunato Cerlino, Marcello Cotugno e Peppe Lanzetta.

L'iniziativa conferma la pluriennale collaborazione tra il Napoli Teatro Festival Italia, giunto alla sua ottava edizione, e il Master in Drammaturgia e Cinematografia, coordinato da Paquale Sabbatino. Nel corso dell'incontro, che offre agli studenti un'occasione esclusiva di studio, confronto e approfondimento con gli artisti che parteciperanno al Festival, sarà resa nota nello specifico l'attività di stage che vedrà impegnati per gli spettacoli in programma dal 4 al 28 giugno gli allievi del Master nella realizzazione di un "diario di bordo critico", ospitato sul sito ufficiale del NTFI 2015, in un blog dedicato.

«Il seminario "Scritture per la scena" – afferma Pasquale Sabbatinosi propone di mettere a confronto gli scrittori e la critica, drammaturghi e docenti, sui temi di grande attualità: quale è la funzione della scrittura teatrale oggi, in un tempo in cui, come ha scritto Raffaele La Capria,  siamo transitati dall'età moderna a un nuovo Medioevo, dall'età dell'uomo all'età della bestia, dal tempo in cui si parlava ancora dell'ultimo libro o  del nuovo film o  del prossimo spettacolo teatrale al tempo in cui la parola è diventata vuota, senza senso, un continuo bla bla? E quale è la funzione dello scrittore e del drammaturgo nella stagione della barbarie collettiva, dell'orrenda odissea e dei continui naufragi dei disperati, paralleli al naufragio della ragione?».

I registi Fortunato Cerlino e Marcello Cotugno porteranno in scena al Napoli Teatro Festival una pièce dal titolo grottesco "Potevo far fuori la Merkel, ma non l'ho fatto", scritta dallo stesso Cerlino. «Lo spettacolo – ha spiegato Fortunato Cerlino – racconta in maniera scanzonata e cinica la vita quotidiana di quattro personaggi, nei quali si rispecchiano i vizi e le virtù di una società alla deriva, ma la loro la storia, pur essendo ambientata nel 2012, muove le mosse dal crollo del muro di Berlino. L'idea nasce dalla consapevolezza che non sia stata ancora fatta un'analisi adeguata dal punto di vista psicologico degli effetti che quell'evento storico ha avuto sull'Europa e sulla convinzione contemporanea e attuale della nostra vita. La caduta del muro nel 1989 ha determinato infatti una serie di accelerazioni nell'Unione Europea, condizionando in primo luogo la situazione economica in cui il nostro paese e l'intero sistema occidentale sono piombati. I protagonisti della storia vivono una crisi ovviamente privata, che però è inquadrabile all'interno di un'Europa e di un'Italia che fanno fatica a trovare una collocazione dopo quello che è accaduto».

Scrittore ed attore di cinema e teatro, Lanzetta con il suo testo inedito "Da casa mia non si vede Capri" sarà tra gli interpreti di un ciclo di letture, diretto dal regista Fabrizio Arcuri, che il Festival dedicherà a Napoli nella suggestiva terrazza di Castel Sant'Elmo. Accompagnato durante il reading da musiche eseguite dal vivo, il drammaturgo attraverserà con originalità le opere di autori e intellettuali che nel tempo hanno scritto pagine in grado di restituire l'atmosfera di questa città. «La mia lettura – ha anticipato Peppe Lanzetta – sarà una sorta di viaggio all'interno del mio racconto di Napoli, un breve viaggio che darà voce al mio sguardo, quello più antico e quello più nuovo, sulla nostra città. E questo sguardo, che è anche lirico e malinconico, racchiude sostanzialmente la poetica del cantore del Bronx napoletano».

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