"Fratture da fragilità: prevenzione, gestione e presa in carico del paziente"

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Evidenze scientifiche attestano che nel nostro Paese le fratture da fragilità ossea causate da osteoporosi costituiscano un serio problema sanitario e sociale, peraltro destinato ad aggravarsi per effetto dell'invecchiamento della popolazione: nella popolazione ultracinquantenne, infatti, ogni anno si registrano oltre 90.000 fratture di femore; dei 120.000 ricoveri di pazienti over 65 registrati nel 2015, quasi 88.000 erano per fratture di femore; sono riportati oltre 70.000 accessi all'anno ai pronto soccorso per fratture di vertebre, anche se il loro numero è almeno 10 volte superiore, in quanto restano spesso misconosciute e vengono diagnosticate solo in seguito ad indagini per lombalgie croniche; il 12% della popolazione  tra  i 50 e gli 80 anni presenta evidenza radiografica di deformità vertebrali ed i 2/3 delle fratture vertebrali non diagnosticate si presentano con dolore vertebrale e limitazione funzionale. 

Si calcola inoltre che il rischio di mortalità aumenta di circa 5-8 volte nei primi 3 mesi da una frattura dell'anca su base osteoporotica, restando comunque elevato nei successivi 10 anni, con un rischio di exitus simile a quello del tumore della mammella (5% in fase acuta e 15-25 % ad un anno), determinando una disabilità deambulatoria dell'80% ad 1 anno e del 20% permanente. 

Gli studi indicano che, tuttavia, gran parte degli eventi potrebbero essere prevenuti, in particolare perché una delle principali cause delle fratture ricorrenti è la malattia osteoporotica: in base agli out comesclinici, 20 trattamenti sarebbero sufficienti ad evitare una rifrattura e 33 salverebbero una vita, ma meno di un terzo dei soggetti fragili viene sottoposto ad una valutazione del rischio e ad una conseguente adeguata gestione clinica. Allo stato, cioè, manca sia l'individuazione dei soggetti a rischio sia un idoneo follow up attivo, mentre l'adozione di un corretto iter assistenziale, basato su un'organizzazione coordinata e integrata dei diversi livelli specialistici e delle cure primarie, anche ai fini della diagnostica, consentirebbe di salvaguardare la salute e la vita dei pazienti a rischio o affetti da osteoporosi. 

In ragione dell'emergenza epidemica da Coronavirus, ancora lontana dall'essere superata, inoltre, è più che evidente l'esigenza di percorsi assistenziali atti ad evitare l'ospedalizzazione di una classe di popolazione ad alto rischio: l'età avanzata è caratterizzata normalmente dalla presenza di più patologie che aggravano gli esiti del CoVid-19.  

Ha preso così vita, circa un anno fa, il progetto "Frattura da fragilità: prevenzione, gestione e presa in carico del paziente", ad opera di uncomitato scientifico costituito da Maria Rosaria Romano direttore UOD assistenza ospedaliera Regione Campania, Ugo Trama dirigente UOD Politiche del farmaco e dispositivi -Tavolo Tecnico Regionale permanente sul farmaco, Regione Campania e Mariano Fusco direttore Farmacia ASL NA2 Nord  e di un pool di esperti composto dal Professore Giuseppe Bifulco - Ginecologia e Ostetricia AOU Federico II, Rosa Carrano dirigente medico di Nefrologia alla Federico II, Professoressa Annamaria Colao - ordinario di Endocrinologia e Oncologia molecolare e clinica AOU Federico II, Cristiano Coppola - Ortopedia e Traumatologia dell'ASL Na 1 Centro, S.N. di Loreto Mare, Professor Mario Delfino consigliere dell'ordine dei medici di Napoli e Prof. di Dermatologia AOU Federico II, Professore Antonio Del Puente - Reumatologia alla Federico II, Professore Giovanni Iolascon - ordinario di Medicina Fisica e Riabilitazione Università degli studi della Campania L. Vanvitelli, Gabriele Peperoni per il Sumai- medici specialisti, Gaetano Piccinocchi segretario Sigm-medicina generale, Luciano Sagliocca –Dirigente ASL Salerno, Vincenzo Schiavo consigliere dell'Ordine dei medici di Napoli, Maria Triassi direttore DAI Sanità pubblica AOU Federico II.

Affiancato da un gruppo di supporto scientifico farmaceutico, dopo una serie di tavoli tecnici, il pool ha recentemente definito un modello di gestione e presa in carico del paziente fragile con l'individuazione di un percorso condiviso da varie figure specialistiche e vari centri di riferimento regionali , secondo i criteri della organizzazione Hub and Spoke, con l'obiettivo di ridurre l'impatto sanitario e socioeconomico dell'osteoporosi e delle fratture da fragilità in termini sia di costi sanitari (diretti e indiretti) che di costi sociali (mortalità, disabilità, impatto sulla qualità della vita). 

Il modello, inteso come atto di indirizzo, è stato quindi consegnato alla Regione Campania che lo ha recepito (Protocollo num. 2020.0235018 del 19/05/2020). Articolato in 6 punti, contiene le linee guida per la prevenzione, gestione e presa in carico del paziente con frattura da fragilità che punta a ridurre il rischio di recidive e disabilità oltre che, considerato anche l'attuale contesto di emergenza sanitaria causata dal nuovo Coronavirus, di contenere gli accessi al Pronto Soccorso ed il numero di ricoveri ospedalieri di pazienti anziani per fratture, delineando una strategia diagnostico-terapeutica a 360° e un percorso intraospedaliero multidisciplinare, con protocolli uniformi. 

Si parte così dall'individuazione di precisi criteri di profilazione del paziente fragile sulla base di un algoritmo comportamentale, passando per una cartella clinica "dedicata" per l'inquadramento complessivo (non solo in fast-track), appositi moduli di dimissioni che forniscano l'indirizzo per il follow upcoordinato e multisiciplinare, inquadrato in percorsi di rete, assegnando un ruolo fondamentale sia ai diversi specialisti (dall'endocrinologo al fisiatra, dal ginecologo al nefrologo) sia al medico di medicina generale tanto nella prevenzione primaria e secondaria – come prima sentinella della salute dell'assistito - che per l'adozione del piano diagnostico-clinico-terapeutico individualizzato. 

La web conference, i cui esiti saranno resi disponibili sulla pagina www.saniprogest.itha lo scopo di definire gli ambiti di applicabilità operativa del documento condiviso.


Redazione

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