Cambiamento climatico e piene fluviali

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I fiumi che inondano le pianure alluvionali, molto spesso sede di produzione agricole di grande valore, causano danni enormi: si stima che in tutto il mondo, il danno alluvionale annuale superi i 100 miliardi di dollari e la situazione peggiorerà nei prossimi anni. La misura in cui i cambiamenti climatici influiscono sulla gravità delle piene fluviali non è stata finora accertata e sembra che non esistano tendenze coerenti a livello globale.

Un progetto di ricerca internazionale guidato dalla Vienna University of Technology - di cui l'Università di Napoli Federico II è partner - dimostra per la prima volta a scala europea che il clima che cambia modifica l'entità degli eventi alluvionali. I risultati sono stati pubblicati su Nature, la più antica e prestigiosa rivista scientifica.

Il professor Günter Blöschl della Vienna University of Technology, esperto di piene fluviali, ha diretto uno studio internazionale di larga scala in cui sono stati coinvolti 35 gruppi di ricerca europei, tra i quali l'Università di Napoli Federico II con il gruppo di ricerca guidato dal professore Giovanni Battista Chirico del Dipartimento di Agraria. Lo studio dimostra che i cambiamenti nell'entità delle piene alluvionali osservati negli ultimi decenni possono essere chiaramente attribuiti ai cambiamenti climatici. Tuttavia, il cambiamento nel clima non ha lo stesso effetto ovunque: gli eventi di piena stanno diventando sempre più intensi nell'Europa nord-occidentale, mentre l'entità delle alluvioni fluviali è generalmente diminuita nell'Europa meridionale e nell'Europa orientale, sebbene localmente possa anche aumentare. I risultati dello studio sono stati pubblicati oggi dalla prestigiosa rivista "Nature".

''Il nostro Ateneo è pienamente coinvolto nelle grandi iniziative di ricerca internazionali volte allo studio degli effetti dei grandi cambiamenti climatici sulle risorse idriche. Si tratta di un tema centrale per lo sviluppo di nuovi sistemi di gestione degli ambienti agro-forestali, che siano capaci di soddisfare una domanda crescente di prodotti agroalimentari di qualità, con metodi sostenibili dal punto di vista ambientale e resilienti rispetto ai cambiamenti in atto", afferma il professore Matteo Lorito, Direttore del Dipartimento di Agraria.

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