Riparte "Il Sabato delle Idee"

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Sabato 29 settembre 2018 alle ore 10 ripartirà dalla Reggia di Portci la decima edizione de "Il Sabato delle Idee".

Tema dell'incontro, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Agraria Università degli Studi di Napoli Federico II sarà "To Bio or not to Bio? Il dilemma della sostenibilità dell'attuale sistema alimentare" ovvero la sostenibilità o l'insostenibilità dell'attuale sistema alimentare, anche alla luce degli attuali cambiamenti climatici e sociali, partendo dagli effetti della produzione massiva sull'ambiente, le abitudini alimentari e le scelte economiche, fino ad arrivare alle problematiche di diffusione del junk food (e relativi effetti sulla salute) e dei food deserts (aree popolari dove è difficile trovare cibo di qualità) e quindi di distribuzione e approvvigionamento del cibo tra le diverse fasce sociali.

La giornata verrà aperta coi saluti di Lucio d' Alessandro Rettore dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Matteo Lorito Direttore Dipartimento di Agraria Università degli Studi di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi  Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e Marco Salvatore Direttore Scientifico IRCCS SDN Napoli.

Intervengono Lorenzo Giovanni Bellù Team Leader, Senior Economist FAO Global Perspectives Studies Team, Francesco Zanoli  Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Politecnica delle Marche, Francesco Loreto Direttore Dipartimento Agroalimentare del CNR, Valentina Di Costanzo Direttore Marketing Bioitalia s.r.l., Vincenzo Linarello Presidente Goel Gruppo Cooperativo e Alfonso Iaccarino Chef Stellato.

La disponibilità di grandi quantità di cibo a prezzi ridotti ha come effetto indesiderato la tendenza all'uniformità alimentare e il fatto che il mercato globale è gestito da pochissimi gruppi industriali, che di fatto selezionano cosa va sulle nostre tavole e quindi gli effetti dell'alimentazione sulla nostra salute e sul nostro umore. L'attuale situazione genera dunque carenze, molto differenziate nella varie aree geografiche, di democrazia del cibo? Inoltre, i costi ambientali di questo sistema alimentare possono essere, specialmente in alcune regioni del globo, molto o troppo elevati, e essere aggravati da continue e pericolose "aggressioni" delle filiere agroalimentari dovute ad attività antropiche, dall'inquinamento di acque e terreni alla listeria nei cibi conservati, dalla gestione degli scarti alle contraffazioni. Può "l'era del bio" e del "direct food" (canali alternativi alla grande distribuzione organizzata), sfruttando il contributo di nuove tecnologie "bio-based", generare una soluzione al dilemma di produrre di più mantenendo standard di qualità elevati e utilizzando solo risorse ambientali rinnovabili? E senza sacrificare interamente biodiversità, tipicità e tradizioni alimentari? o il bio rimane una scelta elitaria e di quella parte ancora minoritaria di consumatori che vuole conoscere il VERO prezzo del cibo che consuma?

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