Ricordando Roberto Bracco

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Il 20 aprile 2018 dalle 10.30, presso la Fondazione Premio Napoli (Palazzo Reale di Napoli) in occasione del settantacinquesimo anniversario della morte di Roberto Bracco, avvenuta nel 1943, verrà ricordata la sua figura. Si tratta di un doveroso omaggio e ricordo riguardante la figura e l'opera di un intellettuale napoletano, tanto grande quanto trascurato maestro del teatro novecentesco, inviso al fascismo al punto da fare in modo che non gli venisse assegnato il Nobel per la letteratura nel 1926.

Il programma, si articolerà per l'intera giornata: alle 10.30 visita della mostra fotografica, curata dall'Istituto Campano per la Storia della Resistenza e proiezione del docu-film di G. Pesce sulla figura del grande drammaturgo. Alle 13.30 l'apposizione della targa in onore di Roberto Bracco (Via S. Gregorio Armeno, 41). Alle 17.30 Tavola rotonda con Domenico Ciruzzi, Presidente Fondazione Premio Napoli, Guido D'Agostino, Presidente I.C.S.R, Pasquale Iaccio, Università degli Studi di Salerno, Matteo Palumbo, Università degli Studi di Napoli Federico II, Francesco Soverina, Storico; modera Ermanno Corsi. Lettura  teatrale di brani a cura dell'attore Renato Carpentieri.-

Roberto Bracco fu giornalista, poeta, paroliere, autore di libretti per opere, e quindi narratore di grande qualità e di notevole successo, eclettico e capace di fondere il tono gaio con quello amaro, motivi popolari con la sensibilità per le condizioni più misere e dure dell'esistenza. Coraggioso e intransgente antifascista, fu deputato d'opposizione nel 1923, appartenne al gruppo di Amendola, e fu dichiarato decaduto nel novembre 1926; per la sua ostilità al regime; il suo teatro fu messo al bando e mai rappresentato fino all'ultimo dopoguerra, salvo per I pazzi, recitato da Emma Grammatica nel 1929. Il suo antifascismo e la sua propensione per il pacifismo, per la libertà e la dignità della persona, le scelte etiche e politiche, gli costarono care. L'intellettuale e drammaturgo tra i maggiori del tempo, le cui opere erano rappresentate in Europa e negli Stati Uniti, viene proposto dall'Accademia svedese per l'assegnazione del premio Nobel, ma in seguito all'opposizione del governo fascista, il prestigioso riconoscimento prese altre vie e al suo posto, si decise per la scrittrice sarda Grazia Deledda. Morì a Sorrento nell'aprile del 1943.

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