È scomparso Corrado Beguinot

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L'Ateneo Federico II saluta con rimpianto il professor Corrado Beguinot, uno dei padri delle discipline urbanistiche del XX secolo che, fra i tanti meriti, ha avuto certamente quello di avere contribuito fattivamente alla formazione   di tutta una generazione di ricercatori, studiosi e professori in campo nazionale.

Nato a Napoli nel 1924 si è spento nella sua casa di Posillipo il 7 gennaio 2018. E' stato professore Ordinario (1964 -1999) di Tecnica Urbanistica presso la facoltà di Ingegneria e, prima ancora, di Composizione Architettonica (1959 -1965) dell'Ateneo Federico II.

Ha ricoperto ruoli istituzionali di altissimo livello tra cui quello di direttore dell'Istituto di Architettura e Urbanistica (1959–1976) e del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio (1992 -1999). Componente,  inoltre,  della International Federation for Housing and Planning e della Deutscher Verband Fur Wohnungswesen, Stadtebau und Raumplannung a Bonn-Germania (1960) ed Esperto presso il Ministero degli Affari Esteri per la Cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnica (1976 – 1985); presidente del Comitato Tecnico della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano (1970-1973); direttore della Facoltà di Urban and Regional Planning della Università del Cairo (1978- 1985); componente del Comitato Consultivo per la formazione nel campo dell'Architettura, delle Comunità  Economiche Europee a Bruxelles (1987 – 1991) e  componente della Commissione per il nuovo Manuale dell'Architetto: Istituto della Enciclopedia Treccani e Consiglio Nazionale delle Ricerche (1995 – 1997); presidente del Consiglio Scientifico dell'Istituto per la Pianificazione e Gestione del Territorio del CNR (1982- 1999).

Il professore Beguinot è stato autore, coautore e/o curatore di oltre 200 pubblicazioni di urbanistica, di pianificazione, di architettura ospedaliera, di innovazione tecnologica e di architettura del dialogo per la città interetnica sin dal 1950.

A partire dal 1992 ha continuato la sua attività di ricercatore, studioso e coordinatore di gruppi di ricerca nel suo ruolo di presidente della Fondazione Aldo Della Rocca, Ente Morale di Studi urbanistici con sede in Roma, coordinando, tra gli altri, un importante evento presentato all'ONU a New York il 31 ottobre 2014 con l'obiettivo di sollecitare una risoluzione sul diritto alla città per tutti, nel più ampio quadro dei diritti umani.

Ma Corrado Beguinot, al di là della sua attività scientifica, universitaria, culturale e pubblicistica è stato il firmatario di molteplici piani regolatori realizzati nel Mezzogiorno d'Italia tra cui Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Campobasso.  Si devono a Lui molte opere architettoniche realizzate a Napoli in collaborazione con i maggiori architetti della seconda metà del secolo scorso come il Secondo Policlinico con Carlo Cocchia ed altri. E, al Centro Direzionale, il Palazzo di Giustizia con Michele Capobianco, Massimo Pica Ciamarra e Daniele Zagaria; la Cittadella Postale, lotti 3/E-3/G con Simone Bosco e Mario Casolaro e l'Holiday Hinn.

Personaggio schivo e riservato, fu definito da Pasquale Belfiore visionario realista, di fatto con la Fondazione Aldo Della Rocca ha rappresentato il precursore, insieme ad un altro illustre napoletano, l'architetto Vittorio Di Pace, della nuova era interetnica cablata quale base della Pace nel mondo. Accusato di essere un conservatore è stato molto più progressista di tanti ideologici conservatori, sia negli studi sia nella gestione del potere accademico, nella parte finale della carriera attento alle associazioni e al loro ruolo nei processi di trasformazione della città, come si evince da un suo scritto recente: "Occorre divulgare questi pensieri. Occorre un movimento positivo e rivoluzionario d'opinione. Occorre un Manifesto interculturale ed intercontinentale di grande visibilità e penetrazione, che non si traduca in un ennesimo piccolo e circoscritto tentativo teso al compiacimento di nicchie culturali settoriali. 
Occorre che la città, consapevole del disagio che sta mortificando ogni sua tradizione e che la sta traducendo in luogo di inciviltà, muova i dovuti passi. Per questo bisogna avanzare e insistere nelle uniche direzioni possibili: ricerca ancora, diffusione ancora e sempre di più. Ogni associazione, ogni individuo, ognuno dunque è chiamato a promuovere il movimento culturale per il futuro della città. Perché la città merita una Rivoluzione - e una Risoluzione - per un domani migliore." 

La forte etica del suo impegno, come uomo di cultura e professore, si è esplicata massimamente nel suo obiettivo, portato avanti sino ai giorni recenti,  della formazione dei giovani, tant'è che il Rettore dell'Ateneo Gaetano Manfredi gli aveva recentemente fatto visita presso il suo studio in via Posillipo per discutere della donazione del suo cospicuo archivio alla  Federico II, donazione che aveva come unica condicio sine qua non  quella che fosse resa accessibile e disponibile alle  nuove generazioni per avanzamenti di studi e ricerche.


Redazione

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