L'inaugurazione della Galleria Pavoncelli bis

Immagine relativa al contenuto L'inaugurazione della Galleria Pavoncelli bis

Alla presenza del Ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, del Governatore della Campania Vincenzo De Luca e del Governatore della Puglia Michele Emiliano, il 24 ottobre è stata inaugurata un'opera storica e strategica che garantirà la fornitura di acqua potabile ad oltre un milione di abitanti della Puglia e ad alcuni comuni della Basilicata: la galleria "Pavoncelli bis".

Nell'ottocento la Puglia era afflitta da una gravissima carenza di acqua, per cui ai primi del ‘900 venne realizzata la Galleria Pavoncelli, che attraverso un percorso di 13,5 km portava l'acqua dell'Irpinia in Puglia; il terremoto dell''80 danneggiò gravemente la galleria, per cui si  rese necessaria la realizzazione di una seconda, moderna opera. A partire dal 1990, anno di inizio dei lavori, dopo diversi stop e un iter davvero tortuoso, finalmente quest'opera titanica lunga 10 chilometri, che parte dalla Valle del Sele e arriva nel territorio irpino di Conza della Campania, per collegarsi da qui all'Acquedotto Pugliese, ha visto la sua realizzazione grazie all'impegno delle istituzioni e alle energie di quanti ci hanno lavorato con dedizione.

La concretizzazione di tale impresa è stata resa possibile anche grazie al supporto fornito dall'Università degli Studi di Napoli Federico II. 

Infatti, a partire dal 2015, il gruppo di lavoro interdisciplinare "Terre e Rocce da Scavo" dell'Ateneo federiciano, coordinato dai Professori Marco Trifuoggi e Martino Di Serio del Dipartimento di Scienze Chimiche, coadiuvati dal Professore Marco Guida del Dipartimento di Scienze Biologiche e dai Professori Marco Valerio Nicotera e Raffaele Papa del DICEA - Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, ha affiancato e supportato il Commissario Delegato Professore Roberto Sabatelli e la Caposele Scarl nella realizzazione di numerosi studi multidisciplinari richiesti dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per il riutilizzo delle Terre e Rocce da Scavo (TRS) prodotte durante i lavori.

Le attività tecnico-scientifiche condotte per la Caposele Scarl e coordinate dalla dottoressa Gabriella Di Natale del CeSMA - Centro Servizi Metrologici Avanzati hanno permesso di riempire un vuoto normativo, infatti, nella tabella 4.1 del Dm Ambiente 10 agosto 2012, n. 161 (Disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo - Criteri qualitativi da soddisfare abrogato dal Dpr 13 giugno 2017, n. 120 Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164) mancano i parametri relativi ad alcune sostanze utilizzate come coadiuvanti durante gli scavi condotti con fresa meccanica a piena sezione (TBM-Tunnel Boring Machine) ai fini del riutilizzo delle TRS.

Tali studi, riconosciuti dall'ISPRA, hanno portato alla definizione di un criterio standardizzato e alla stesura di un protocollo tecnico innovativo per l'individuazione della CSC (Concentrazione soglia di contaminazione) relativa ai coadiuvanti non indicati dalla legge.

Ancora una volta, l'Ateneo federiciano ha dimostrato, grazie ai risultati ottenuti dall'attività di ricerca e consulenza svolta dal gruppo interdisciplinare "Terre e Rocce da Scavo", il  forte impegno e l'attenzione costante nei confronti del territorio, delle aziende e delle istituzioni.

 

Allegati:


Redazione

c/o COINOR: redazionenews@unina.it