Neuroblastoma: scoperti altri due geni coinvolti nella malattia

Neuroblastoma: scoperti altri due geni coinvolti nella malattia

Nonostante la sua relativa rarità (1000 casi in USA e 150 casi in Italia per ogni anno), il neuroblastoma rappresenta circa il 7% di tutti i tumori infantili ed a causa della sua aggressività determina il 15% di tutte le morti infantili per cancro.

Negli ultimi anni, grazie a numerose scoperte scientifiche, si è capito che alcune modificazioni a carico del DNA (materiale genetico che caratterizza ogni essere umano) possono essere decisive per lo sviluppo del neuroblastoma.

Lo scopo della nostra ricerca è quello di identificare, mediante l'utilizzo di tecnologie avanzate, dette in questo specifico caso genome-wide association study (GWAS), le alterazioni genetiche che sono coinvolte nello sviluppo del neuroblastoma. Negli ultimi quattro anni abbiamo già dimostrato, e pubblicato i risultati su riviste scientifiche internazionali di gran rilievo, la presenza di modificazioni nei geni LINC00340, BARD1, LMO1, DUSP12, DDX4, IL31RA, HSD17B12, NBPF23, che predispongono all'insorgenza del neuroblastoma e caratterizzano i suoi diversi sottogruppi (alto e basso rischio). Sulla base di queste ricerche noi crediamo che ci sono ancora tante altre alterazioni in altri geni che devono essere scoperte. Infatti, in questo ultimo lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifiche Nature Genetics, siamo riusciti ad individuare altre due alterazioni del DNA localizzate precisamente nei geni LIN28B e HACE1 che sono fortemente associate al neuroblastoma. È stato possibile raggiungere questo importantissimo risultato grazie alla stretta collaborazione tra il nostro gruppo e quello del The Children's Hospital of Philadelphia (USA) da dove è iniziata questa ricerca. Il punto di forza di questo lavoro collaborativo è stato la cospicua raccolta di campioni di DNA che abbiamo effettuato in questi ultimi anni e la messa in comune di questo materiale biologico. Questo studio ha analizzato in totale il DNA di 2.817 bambini malati di neuroblastoma e 7.473 bambini sani e verificato l'associazione con neuroblastoma per più di 500.000 varianti genetiche. Numeri impressionanti che si possono ottenere solo con collaborazioni multi-centriche. Questi studi basati su tecnologie avanzate e su collaborazioni di diversi centri di ricerca ci permettono di vedere cose che prima era impossibile vedere. E' come se prima ci trovassimo in una strada buia con un solo lampione, ora invece ci troviamo in una strada non più buia ma con tanti lampioni. É ragionevole dire che la nostra ricerca, grazie a queste nuove tecnologie, è significativamente facilitata. Ora possiamo vedere meglio la strada che ci può portare a scoprire le cause del neuroblastoma.

L'attività di ricerca, coordinata dal dottor Mario Capasso, ricercatore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, si svolge presso l'istituto di ricerca CEINGE Biotecnologie Avanzate (Napoli) nel laboratorio diretto dal professor Achille Iolascon. Il CEINGE è un istituto di livello internazionale che offre servizi ad alta tecnologia a supporto della ricerca, basati su piattaforme tecnologiche di genomica di ultima generazione.

In generale, questo progetto mira ad aprire le porte alla medicina personalizzata per il neuroblastoma. Incrementare la conoscenza delle alterazioni genetiche coinvolte in questo tumore ha importanti implicazioni nello sviluppo di nuove strategie per un'efficace prevenzione e diagnosi precoce,
così come per guidare lo sviluppo di terapie mirate a curare specifici sottogruppi di pazienti. Infatti, in un altro studio che speriamo di pubblicare a breve abbiamo dimostrato che cumulando gli effetti di ogni singola variante genetica scoperta ci permette di predire il rischio di insorgenza del neuroblastoma e allo stesso tempo di individuare quali bambini sono predisposti a sviluppare un tipo di neuroblastoma più cattivo e più aggressivo, quello che presenta percentuali di sopravvivenza ancora molto basse (circa 35%).

Bisogna dire inoltre che i risultati della nostra ricerca svelano anche i meccanismi biologici che sono alla base di questa devastante malattia. Questi tipi di risultati sono di aiuto non solo per trovare la cura al neuroblastoma ma anche per la cura di altri tumori infantili e dell'adulto. Possiamo affermare, quindi, che tali risultati hanno un impatto trasversale sul cancro in generale.

In conclusione, è doveroso dire che la strada da fare è ancora lunga, molti altri fattori genetici devono essere scoperti. La ricerca scientifica è la principale risorsa di cui si dispone per migliorare capacità di diagnosi, efficacia e appropriatezza delle terapie, per la cura e il conseguimento di una guarigione definitiva. In ogni modo, fare ricerca costa molto: bisogna trovare le risorse, destinare i fondi verso ricerche che raggiungano dei risultati concreti. E noi ricercatori contiamo molto sull'aiuto, in termini di beneficenza destinata alle associazioni per la ricerca, dei cittadini perché restano la risorsa principale per la ricerca italiana vista la latitanza dello stato italiano nell'intraprendere iniziative di supporto per ricerca e sviluppo.

Achille Iolascon, MD, PhD
full professor of Medical Genetics
Dept. of Biochemistry and Medical Biotechnologies
University Federico II of Naples
CEINGE- Advanced Biotechnologies


Per informazioni:

www.ceinge.unina.it


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