Le scienze umane trovano casa a Napoli

Le scienze umane trovano casa a Napoli

È palazzo Cavalcanti la nuova casa dell'Istituto Italiano di Scienze Umane. Il piano nobile del palazzo settecentesco, opera di Mario Gioffredo - architetto napoletano incaricato tra l'altro dell'originario progetto della Reggia di Caserta poi affidato ai disegni di Vanvitelli - ospiterà il consorzio interuniversitario presieduto da Umberto Eco e diretto da Aldo Schiavone.

Uno storico edificio dunque, quello napoletano, che può competere con la sede fiorentina dell'Istituto localizzato nel rinascimentale palazzo Strozzi. L'Istituto, che ha una configurazione a rete, nasce dalla collaborazione tra otto università italiane. Oltre alla Federico II, fanno parte del consorzio anche altri due atenei napoletani, il Suor Orsola Benincasa e l'Orientale, e gli atenei di Pavia, Siena, Bologna e Firenze.

La struttura nasce come luogo di coordinamento delle attività di alta formazione nell'ambito delle scienze umane e sociali e, insieme, come luogo di incentivazione della ricerca post-laurea e post-dottorato sull'argomento. La storia dell'età moderna e contemporanea, la filologia, la linguistica comparata, la geopolitica e la cultura del Mediterraneo: sono questi i campi di interesse dell'Istituto.

Da tempo alla ricerca di una casa stabile - un anno e mezzo fa fu firmato il protocollo d'intesa fra i tre rettori napoletani e il sindaco Iervolino ' il consorzio dovrà aspettare fino a marzo prima di potere lasciare l'attuale sede provvisoria in via Partenope e spostarsi in quella definitiva di via Toledo. Palazzo Cavalcanti, infatti, rimasto per molti anni inutilizzato, ha bisogno di lavori strutturali e di restauro prima di poter ospitare l'Istituto.

Il rettore Guido Trombetti, che ha fortemente caldeggiato l'assegnazione del palazzo, in proposito si dice molto soddisfatto. «È un fatto estremamente importante. Un'iniziativa che ha visto i tre atenei in prima linea in questo progetto di grande respiro culturale che dota Napoli di un centro d'eccellenza. Il fatto che il Comune abbia patrocinato l'iniziativa e che il sindaco Iervolino si sia impegnato in prima persona è un gesto positivo in una città nella quale i segnali importanti spesso vengono dimenticati». (a. m.)



Redazione

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