Il consumo di vino e l'Alzheimer

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L'azione protettiva dei polifenoli per il mantenimento del nostro stato di benessere e come "scudo naturale" per prevenire numerose patologie specie quelle cronico-degenerativo, è un dato conclamato e ben consolidato nella letteratura scientifica internazionale.

Un consumo di antocianine, un particolare gruppo di polifenoli, in forma purificata pari a 100 mg/die dà un evidente e chiaro effetto salutistico, e per raggiungere tale valore può bastare un consumo giornaliero di 100 ml di vino rosso di ottima qualità. Un gruppo multidisciplinare di ricercatori coordinati dal professore Alberto Ritieni del Dipartimento di Farmacia che ha visto coinvolti la professoressa Filomena Morisco, Gastroenterologa del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia e il professore Giancarlo Tenore, Chimico degli Alimenti del Dipartimento di Farmacia ha evidenziato che un consumo elevato di polifenoli, estratti dal vino rosso, riduce in modo chiaro l'espressione di un'importante proteina quale la transtiretina.

La transtiretina, una proteina epatica che trasporta alcuni ormoni tiroidei fra cui la tiroxina, è considerata un promettente biomarker di predittività della malattia di Alzheimer. Una sua minore espressione si associa a un maggiore rischio di sviluppo di questa patologia invalidante e, comunque, a una più rapida evoluzione della malattia nei pazienti già colpiti dall'Alzheimer.

Gli esperimenti condotti dal gruppo dell'Ateneo federiciano, isolando i tessuti del plesso coroideo di topi, dimostrano infatti che l'espressione della transtiretina si riduce dopo la somministrazione di una miscela grezza di polifenoli ottenuta dal vino rosso. I dati sono stati pubblicati di recente sulla rivista internazionale Current Pharmaceutical Biotechnology, 2016, Vol. 17, No. 11.

Le quantità testate sperimentalmente dimostrano che i primi effetti sull'espressione della transtiretina nell'uomo si osserverebbero già con l'ingestione di circa 2,5 grammi al giorno di polifenoli in forma grezza. Questo dato sperimentale deve far riflettere sull'uso non controllato degli integratori alimentari che si andrebbero a sommare a quelli già presenti negli alimenti. Per tale motivo si auspica che la vendita dei nutraceutici possa essere riservata a esperti della materia quali i farmacisti nonché i laureati in Scienze Nutraceutiche.

 


Redazione

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