La scomparsa di un grande attore: Luca De Filippo

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Era il 23 ottobre 2014, nell'affollatissima aula Pessina dell'Università di Napoli Federico II, Luca De Filippo apriva il convegno internazionale Eduardo De Filippo e il teatro del mondo, al quale è stata conferita la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica, allora Giorgio Napolitano.

Per ricordare Luca De Filippo, l'Ateneo federiciano propone uno stralcio del suo inedito intervento (in corso di stampa negli atti del convegno a cura di Nicola De Blasi e Pasquale Sabbatino).

Le parole di Luca De Filippo:

Con orgoglio penso sempre di essere la terza generazione di una famiglia che si occupa di teatro: Eduardo Scarpetta, Vincenzino Scarpetta, tutte le mogli, mia zia Titina, il marito di mia zia Titina, mio zio Peppino, Luigi, io, ecco è tutta una famiglia. Questo mi rende pieno di orgoglio.

Un giorno feci un incontro in una scuola di ragazzi che facevano teatro e dissi: «Molto spesso si ha una certa reticenza verso i figli d'arte, una certa diffidenza, ma il problema è che io so perché ho iniziato a fare teatro in quanto sono figlio d'arte. Cioè c'è una ragione, adesso mi dovete spiegare voi, che non siete figli d'arte perché volete fare teatro».

Molto spesso si scambia il mestiere dell'attore con un fatto di visibilità, cioè far parte di un mondo che chi sa cos'è, mentre invece essere figli d'arte vuol dire essere coscienti del fatto che quel mestiere ce l'hai.

Francesco Canessa racconta che, quando Eduardo fece al San Carlo la prima di Napoli milionaria!, era una mattina e tutti i teatri di Napoli erano requisiti. Provarono Napoli milionaria! nel salotto di casa di Titina, non come oggi che si fanno tre o quattro mesi di prove. Misero in scena la commedia, in quindici giorni, nel salotto di casa. Poi andarono al San Carlo, entrarono di notte, smontarono le scene di un'opera lirica e montarono le loro piccole scene.

Tennero la prova generale alle quattro del mattino, alle undici fecero lo spettacolo e alle due se ne andarono perché dovevano montare l'altro spettacolo. Fu un enorme successo, una commozione enorme.

Titina, uscendo dal teatro, disse a suo marito Pietro: «Pietro a casa non abbiamo niente da mangiare, passiamo un momento all'alimentari e compriamo qualcosa». Se ne andarono a casa a mangiare. Ecco questo è il senso che hanno le famiglie d'arte: con i piedi per terra e basta. Nient'altro.


Redazione

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